
LA DEPRESSIONE
Quando si parla di depressione spesso c’è molta confusione sul termine e sul suo significato. Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
Esiste una linea di continuità che collega e differenzia la depressione alla tristezza. Tale differenza ha due implicazioni: da una parte, è importante saper riconoscere aspetti “sani” della tristezza e del dolore e il loro significato evolutivo-adattivo (reazione alla separazione, alla perdita, al lutto); d’altro canto, è fondamentale saper riconoscere la qualità diversa del dolore quando non si tratta più di “normalità”, ma di patologia. In quest’ultimo caso ci sono determinate caratteristiche: interessare psiche e soma (mal di testa, insonnia, stanchezza, disturbi gastro-intestinali, mangiare poco, etc); costanza nel tempo; non essere più modificabile dalle situazioni esterne (tristi o liete) e, soprattutto, intensità del dolore (pensieri di morte o di suicidio).
Non dimentichiamoci poi che le persone depresse sono soggette ad abuso di alcol o sostanze e, spesso, limitano le situazioni sociali.
Dobbiamo pertanto imparare a colloquiare con la depressione, come fosse una fase della vita che ha un inizio e ha una fine, non è per sempre. E che magari ci può “insegnare” alcune cose su di noi, come l’importanza di una persona, di un lavoro o altro. Tutti aspetti che possiamo tenere dentro di noi come, una volta cessata la sofferenza, benzina per il nostro futuro.